20 novembre 2009

Sud-Est

Quasi dieci giorni fa ha aperto i battenti la mostra di uno dei fotogiornalisti più importanti ed apprezzati al mondo. Voglia di viaggiare, predisposizione al contatto con le popolazioni locali (ovviamente con il traduttore fornito da National Geographic) e, soprattutto, un grande culo. Come scriveva qualcuno di cui non ricordo il nome su la Repubblica la scorsa domenica: mentre se ne stava nel suo ufficio newyorkese e non in giro per il mondo come di sua abitudine, s'è affacciato alla finestra e, molto casualmente, ha fotografato la caduta delle Twin Towers... Aneddoto che di per sé non dice molto ma, a mio parere delinea alla perfezione la fortuna che ha avuto Steve Mc Curry, di cui sicuramente è nota questa foto:


Dicevo, mostra. è a Milano, al Palazzo della Ragione, a due passi dalla madunina. Interessante location, ma... Mostra curata coi piedi.
Scelta ragionata, probabilmente con un senso artistico che non riesco a percepire, di posizionare tutte le foto su pannelli disposti più o meno alla cavolo in una singola buia sala. Il colpo d'occhio iniziale è affascinante. Ma poi, iniziando a girare si ha la percezione di trovarsi in un incrocio tra un labirinto ed il salotto troppo affollato di opere d'arte di un signorotto sette-ottocentesco.


Questione di decisioni progettuali. Però in alcuni casi, due tre almeno, capita che i fari deposti all'illuminazione, siano puntati verso terra e la foto sia poco visibile. Infine la parte peggiore dell'intera organizzazione: la stampa delle foto. Sono tutte tagliate male, ovvero presentano tutte il classico truciolato che si crea usando il taglierino. Non bastasse questo, in una foto si vedono le strisciate del toner!
Dimenticavo: le foto... alcune colpiscono direttamente nello stomaco.

Altre parlano [sì, parlano. Non è sinestesia la mia] di sogni, di luoghi quasi immaginari.

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